THE GARDEN
DI ZINNIE HARRIS
traduzione Monica Capuani
con Lorenzo Lavia e Arianna Mattioli
regia Lorenzo Lavia
produzione La Compagnia dei Masnadieri
In un futuro distopico in cui acqua e corrente elettrica sono ridotte ai minimi termini, in cui la sovrappopolazione ha portato al disgregarsi di ogni forma di speranza, si articola l’esistenza di Mac e Jane. Una giornata come tante, in cui i due si ritrovano a raccontarsi quello che hanno fatto, come una qualsiasi coppia di mezza età sposata da qualche anno. Lui, che si porta a casa i suoi problemi sul lavoro. Lei, annoiata e stanca, che si lamenta delle faccende domestiche. Sarebbe l’inizio di una commedia borghese, se non fosse che lo squarcio che avviene nel tempo della narrazione si rivelerà essere insanabile. Di fronte al fiume di parole che la investe, la donna riferisce al marito dell’esistenza di qualcosa che sta crescendo sotto al linoleum del salone di casa. L’evento risulta essere paradigmatico: della sua follia prima e dell’imminente collasso verso cui la loro famiglia ( e l’intero pianeta) si sta dirigendo, poi.
Tutto diventa inabitabile.
Il luogo in cui si trovano, casa loro, come metafora di un mondo che non riesce più a contenerli, nonostante gli sforzi di persone come Mac, che cercano – invano – di trovare una soluzione.
Il tempo che hanno trascorso insieme, poco per riuscire a cambiare le cose, troppo per volerne trascorrere ancora.
La caduta appare più rovinosa di quanto si aspettavano: non c’è più nulla da fare, in un vortice di depressione e recriminazioni, i due perdono la forza e la voglia anche di continuare a discutere. Non c’è nessun albero che cresce sotto il linoleum, non c’è nessuna speranza che qualcosa possa nascere dentro casa loro così come fuori. Si è andati troppo oltre. La soluzione, la soluzione finale, resta una sola. Definitiva.